Un alimento si può definire adatto ad un bambino quando apporta corretti fabbisogni nutrizionali e non presenta rischi di contaminazione batterica o rischi di tossicità causati da di pesticidi o altre sostanze chimiche (metalli, tossine alimentari).
Gli additivi alimentari: come riconoscerli
L’industria alimentare o utilizza molti additivi alimentari, tra conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità , antiossidanti. Se i conservanti e antiossidanti in alcuni alimenti sono indispensabili per evitare la deperibilità del prodotto in vendita al super mercato, sicuramente esaltatori di sapidità , coloranti, addensanti dolcificanti artificiali, non sono necessari se non a mascherare la materia prima scadente e la scarsa qualità nutrizionale del prodotto.
La legislazione europea ammette più di 300 additivi e per legge, devono essere riportati, e vengono contrassegnati dalla lettera E seguita da un numero. Sono presenti in una grande varietà di alimenti inclusi quelli rivolti ai bambini, ma non tutti sono proprio sicuri e l’eccessivo consumo può provocare sintomi anche seri e causare allergie.
Recentemente e’ emerso anche che alcuni additivi impattano il microbiota intestinale, alterando la funzione e lo stato di equilibrio intestinale, causando disbiosi, che e’ associata a molte condizioni patologiche. Nell'Unione Europea tutti gli additivi alimentari sono identificati da un numero preceduto dalla lettera E e raggruppati a seconda della loro funzione:
- E100-E199 (coloranti, migliorano l'aspetto di bevande e alimenti vari)
- E200-E299 (conservanti, rallentano, o bloccano, le alterazioni provocate dai microrganismi)
- E300-E399 (antiossidanti e regolatori di acidità, impediscono i processi di irrancidimento dei grassi e l'imbrunimento di frutta e verdura)
- E400-E499 (addensanti, stabilizzanti e emulsionanti)
- E500-E599 (regolatori di acidità e anti agglomeranti)
- E600-E699 (esaltatori di sapidità, esaltano il sapore e la fragranza di un prodotto)
- E900-E999 (vari)
- E1000-E1999 (sostanze che non rientrano nelle classificazioni precedenti)
Quali additivi evitare
Tra gli additivi più pericolosi e da evitare, i polifosfati (E450/E452) presenti nei formaggini per bambini e formaggio, in salumi come prosciutto cotto, crudo, in alcuni prodotti veduti nei fast food, ai quali vengono aggiunti per rendere il prodotto più morbido e appetibile, conferendo l’aspetto untuoso. Possono provocare problemi digestivi e disturbi intestinali importanti, sequestrano il calcio all’organismo e possono creare disturbi della crescita.
Altro additivo da evitare è il glutammato monosodico l’E620 – presente negli hamburger e nei formaggi contenuti nei alimenti di fast food, ma anche in ketchup e preparati per torte: abbassa la soglia di eccitabilità dei neuroni e provoca reazioni nel sistema nervoso parasimpatico. È responsabile di allergie e del tipico mal di testa e senso di nausea (sindrome del ristorante cinese) ed è stato recentemente associato ad obesità.
I nitriti e nitrati contrassegnati come E249, E250, E 251, E252, potenzialmente presenti come additivi in insaccati di tutti i tipi, prosciutto incluso, wurstel, carni in scatola e altri prodotti a base di carne, pesci marinati ma i nitrati possono essere contenuti anche negli ortaggi abbondantemente concimati specialmente quelli cresciuti in serra.
Ostacolano il trasporto dell’ossigeno nel sangue, possono formare le nitrosamine cancerogene nell’apparato digerente e possono provocare cianosi nei bebè. Nitrati e nitriti sono veramente molto diffusi, e fra le poche eccezioni di alimenti che non li contengono c’è il Prosciutto di Parma DOP. La pericolosità é legata al fatto che possono trasformarsi n N-nitrosammine, composti che invece sono considerati cancerogeni.
Tra gli addensanti da evitare l’E407, la carragenina un prodotto di alghe spesso presente in alimenti per l’infanzia, biscotti, panna artificiale, dressing per insalate, gelati, paste surgelate. Non viene digerita e può provocare infiammazioni intestinali, come la colite.
I coloranti
Concludiamo la lista di additivi alimentari con i coloranti indicati con le sigle da E100 a E199 il cui unico senso è quello di colorare gli alimenti per attrarre l’attenzione dei bambini, pertanto inutili e in qualche caso dannosi da un punto di vista nutrizionale visto che alcuni destano delle perplessità.
Particolarmente controversi sono i 7 coloranti identificati dallo studio cosiddetto Southampton nel 2007 pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet che rilevava un collegamento fra iperattività e somministrazione di sei coloranti presenti in bibite, caramelle merendine, in salse ketchup, nella frutta candita e nelle caramelle. Si tratta di:
Tartrazina (E102), vietato in Europa ma ammessa in Italia, Regno Unito, Canada e Stati Uniti;
Giallo chinolone (E104), osservati anche effetti cancerogeni;
Giallo Tramonto, (E110), possibile cancerogeno;
Azorubina (E122) possibile cancerogeno;
Ponceau 4R (E124), presente di frequente nelle bevande;
Rosso Allura (E129);
E122 o azorubina, che conferisce un colore rosso con sfumature bluastre, proibito in Norvegia, Svezia e Austria, perché, causa reazioni allergiche importanti in bambini e adulti che soffrono di asma e che sono allergici all’aspirina, agli antinfiammatori e ai farmaci antifebbrili.
Anche la tartazina (E122) e’ causa di molte allergie e intolleranze, reazioni causate da tutti i coloranti azotati, in particolare tra coloro che sono già intolleranti all'aspirina e tra gli asmatici.
Tra le altre reazioni a questo colorante vi sono: l'emicrania, edemi, la visione di macchie, prurito, riniti, macchie rosse sulla pelle, problemi di respirazione. L'azione sinergica della tartrazina con l'acido benzoico (E210), è una concausa dell'iperattività nei bambini. Spesso utilizzata per conferire colore giallo al posto dello zafferano o della curcuma.
Ed ancora, l’E127 o eritrosina, di cui sono ricche le caramelle, i gelati la frutta sciroppata, a dosi elevate potrebbe far aumentare il rischio di incorrere nei tumori alla tiroide. Infine l’E131 che dà un colore blu scuro può determinare l’insorgere di allergie, di prurito, di nausea e di ipotensione e in alcuni soggetti anche shock anafilattico.
Come difendersi?
Innanzitutto leggendo bene le etichette e orientandosi sempre verso prodotti che non hanno aggiunte di additivi e sono privi di residui pesticidi: in questo caso avremo due vantaggi, il primo la certezza della materia prima e la seconda la sicurezza alimentare che per la crescita del bambino sano è importantissima: ricordiamoci sempre che la qualità alimentare e’ fondamentale per mantenere un microbiota intestinale in salute, e questo e’ importante per sviluppare un sistema immunitario forte, fin dall’età pediatrica.